Viso di donna velata
“Tra il non detto e il dolcemente sussurrato. Tra i vuoti dell'anima e i vortici enigmatici della psiche. Tra la razionalità del "celato" e l'abbandono dei paradossi concettuali. Marinella Albora delinea quelli che potremmo definire nuovi paradigmi linguistici, e il fulcro della tela è rappresentato da un volto di donna che dialoga visivamente con l'astante. La donna viene avvolta da un velo che abbandonata l'intuizione di Shopenhauer, dove il velo può essere lacerato, il velo si trasforma in un vero e proprio feticcio della modernità. Velo come protezione. Velo come nuovo universo visivo che circoscrive i dettami di un "credo". Velo dunque come emblema di una simbologia mistica legata al segno, che persa la sua valenza di significante, assume secondo le leggi di Saussure, un significato che lo ricolloca concettualmente nel Metropolismo cittadino”
Salvatore Russo [Critico d'Arte]
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